Normativa Antimafia Appalti: l’ANAC diffonde il manuale per Imprese e PA

A rispondere ai dubbi più comuni in tema di esclusione dalle gare e applicazione delle norme antimafia agli appalti pubblici è l’ANAC.
Normativa Antimafia Appalti, dall’ANAC arriva la guida per le Imprese e le PA con la rassegna delle interpretazioni fornite dall’Autorità sull’impatto delle norme antinfiltrazione per gare e cantieri.

Infatti, come è noto, gli operatori economici che intendono concorrere all’affidamento dei contratti pubblici devono possedere non solo le specifiche capacità tecniche-professionali ed economico-finanziarie necessarie per eseguire il contratto e disciplinate dall’art. 83 del d.lgs. 50/2016.

Ma devono essere in regola anche con i requisiti di moralità, individuati dall’art. 80 del d.lgs. 50/2016.

Normativa Antimafia Appalti: l’ANAC fornisce il manuale per Imprese e PA
Tra le novità in esame si segnala la previsione in virtù del quale la sussistenza di cause

  • di decadenza,
  • di sospensione
  • o di divieto previste dall’art. 67 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (c.d. “codice antimafia”)
  • oppure ancora di un tentativo di infiltrazione mafiosa di cui all’art. 84, comma 4, d.lgs. 159/2011,

costituisce motivo ostativo alla partecipazione alle gare e, quindi, all’affidamento di contratti pubblici.

Questo nuovo precetto ha il pregio di aver raccordato la disciplina del d.lgs. 159/2011 con quella del d.lgs. 50/2016. In tal modo si fa chiarezza circa il corretto inquadramento degli strumenti di controllo antimafia nell’ambito della contrattualistica pubblica sia in fase di gara sia in fase di esecuzione.

Dunque da un lato il primo comma dell’art. 80 del d.lgs. 50/2016 richiede che i fatti siano stati accertati dall’autorità giudiziaria con sentenza definitiva o decreto penale divenuto irrevocabile.

Mentre per il secondo comma è sufficiente una considerazione unitaria degli elementi di fatto che, valutati nel loro complesso, possono costituire un’ipotesi ragionevole e probabile di permeabilità della singola impresa ad ingerenze della criminalità organizzata di stampo mafioso.

Infine, l’ANAC, in merito all’annotazione dell’interdittiva antimafia nel casellario informatico ha sottolineato che la sua adozione rappresenta una misura anticipata a protezione degli appalti pubblici.

E più in generale è uno strumento di tutela dell’attività della pubblica amministrazione, al fine di prevenire ogni possibile inquinamento da parte di organizzazioni mafiose.

Pertanto l’annotazione sul casellario informatico ha la funzione di informare tutte le amministrazioni aggiudicatrici circa l’esistenza di una causa, allo stesso tempo, ostativa alla partecipazione alle procedure di gara e risolutiva dei contratti già in essere.

A questo link il testo completo della guida ANAC.

 

A cura di lentepubblica.it del 06.02.2020

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