Dl Pnrr, Anac: le deroghe per i commissari siano facoltative
Il decreto sulle misure organizzative urgenti per fronteggiare le situazioni di particolare emergenza e sull'attuazione del Pnrr “prevede tre interventi commissariali, su degrado sociale e disagio giovanile, sugli impianti di desalinizzazione in Sicilia e sulla funivia di Savona. In tutti e tre i casi si prevede che il commissario operi in deroga alle disposizioni ordinarie, per ciascuno con regole parzialmente differenti e non sempre definite nei loro contenuti: per questo sarebbe innanzi tutto opportuno prevedere che tali deroghe non siano indicate come obbligo ma come facoltà, lasciando al Commissario la possibilità di fare ricorso alle procedure ordinarie”.
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Lo ha detto il presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Giuseppe Busìa, in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio e Ambiente della Camera, la mattina del 21 gennaio 2024.
“Il fatto di aver previsto regole differenziate per ciascuno dei commissari - ha spiegato Busìa porta al sovrapporsi di diversi strumenti e regolazioni emergenziali, che in molti casi rischiano di creare incertezza e conseguentemente di rallentare l'iter dei provvedimenti che i commissari devono assumere, oltre a rendere residuale la disciplina del codice”.
Il Presidente di Anac ha inoltre chiesto che tutte le procedure emergenziali siano svolte attraverso piattaforme digitali: “La piena digitalizzazione anche di tali appalti non solo consente maggiore controllabilità, ma rende anche più semplici e rapide le procedure, aumentando la concorrenza”.
“La digitalizzazione e la piena tracciabilità dei flussi finanziari - ha sottolineato Busìa è ormai un dato acquisito nel mondo dei contratti pubblici e nei casi di emergenza serve a compensare i rischi legati alle procedure derogatorie, grazie alla maggiore trasparenza assicurata”.
In sostanza, quindi, viene suggerito di:
1) Prevedere la deroga come facoltà e non come regola, introducendo un modello flessibile, in cui il Commissario sia libero di scegliere se avvalersi o meno della deroga;
2) Definire più puntualmente, in ogni caso, la portata della deroga, evitando l’eccessiva vaghezza delle formulazioni con cui sono definiti i poteri dei Commissari.
3) Escludere dalla deroga le norme sulla digitalizzazione dei contratti pubblici. Ciò, in quanto la digitalizzazione non solo garantisce trasparenza, ma assicura anche la concorrenzialità del mercato, semplifica e accelera le procedure, dà impulso all’applicazione di metodologie avanzate e innovative, come il BIM e i cantieri digitali.
4) Rafforzare la trasparenza, prevedendo l’utilizzo della Banca dati di Anac per il tracciamento delle procedure e il monitoraggio dell’esecuzione dei contratti, garantendo altresì l’interconnessione con la Piattaforma unica della Trasparenza. In tal modo, si favorirebbe anche la partecipazione dei cittadini alla riqualificazione dei territori, rendendoli parte attiva dell’intervento.
5) Prevedere il ricorso alla vigilanza collaborativa di Anac, facendo seguito alla positiva esperienza maturata ad esempio per la ricostruzione post terremoto in Italia centrale. Tale tipo di vigilanza aiuta i commissari ed i soggetti attuatori ad applicare la normativa sugli appalti, consente non solo di prevenire i rischi di prevenire conflitti di interessi, frodi, infiltrazioni criminali, ma anche di accelerare le procedure e ridurre il contenzioso, superando in tanti casi la cosiddetta “paura della firma”.
Fonte: ANAC del 22/01/2025
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