Principio di rotazione negli appalti pubblici: vietato l'affidamento consecutivo nella stessa categoria di opere

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Nel contesto delle procedure di appalto pubblico, l'applicazione del principio di rotazione si è dimostrata fondamentale per garantire la parità di trattamento tra gli operatori economici e promuovere la concorrenza leale. Recenti sviluppi in merito a una gara d'appalto nel settore delle opere fluviali hanno sollevato questioni legate alla corretta applicazione di tale principio.

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Una società, precedentemente affidataria di lavori simili, è stata esclusa dalla partecipazione a una procedura di appalto pubblico per la realizzazione di interventi di bonifica e riefficientamento di un corso d'acqua. La commissione incaricata di valutare le proposte ha ritenuto che l'azienda ricorrente violasse il divieto di affidamento consecutivo stabilito dalla normativa vigente.

Il dibattito si è concentrato sull'interpretazione dell'articolo 49 del Decreto Legislativo n. 36 del 2023, che vieta l'affidamento consecutivo di lavori nella stessa categoria. La società ricorrente ha contestato l'esclusione sostenendo che i lavori precedentemente eseguiti differissero sostanzialmente da quelli oggetto della gara in questione.

Tuttavia, il TAR Sicilia con sentenza del 19 marzo 2024, n. 1099 ha confermato l'esclusione, evidenziando come la continuità degli affidamenti rientri nell'ambito della stessa categoria di opere, rendendo applicabile il principio di rotazione.

Inoltre, è stato ribadito che gli affidamenti pubblici devono rispettare il principio di rotazione per garantire l'accesso equo a tutte le imprese e per evitare posizioni di vantaggio per operatori già familiarizzati con le necessità della stazione appaltante.

Il caso solleva importanti riflessioni sul ruolo e sull'applicazione delle normative di appalto pubblico, ponendo l'accento sull'importanza di garantire trasparenza e parità di trattamento nelle procedure di selezione degli appaltatori.

La redazione di TuttoGare PA del 27/03/2024

 

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