FOCUS: “Nuovo intervento sul Codice dei contratti: l’OEPV obbligatorio per i viaggi di istruzione”

Il Decreto Legge 9 settembre 2025, n. 127 (pubblicato nella G.U. n. 209 del 9 settembre 2025), presentato come provvedimento per garantire l’avvio regolare dell’anno scolastico 2025/2026 e per riformare l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo, contiene anche un nuovo intervento sul D.lgs. n. 36/2023.
Ancora una volta, dunque, il Codice dei contratti viene modificato in via d’urgenza attraverso un decreto-legge di altra natura.
Le modifiche all’art. 108: focus sui servizi di trasporto scolastico
Con l’art. 5, comma 1, del Decreto Legge n. 127/2025, è stata introdotta nell’art. 108, comma 2, la nuova lettera f-bis), che estende l’obbligo di utilizzo dell’offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV) ai contratti relativi ai servizi di trasporto per gite scolastiche, uscite didattiche e viaggi di istruzione di tutte le scuole.
Il legislatore è intervenuto anche sul comma 4 del medesimo articolo, equiparando tali contratti a quelli ad alta intensità di manodopera. Di conseguenza:
- il punteggio attribuibile all’offerta economica non potrà superare il 30 per cento,
- dovranno essere privilegiati gli aspetti qualitativi,
- particolare rilievo sarà attribuito a sicurezza dei mezzi, accessibilità per studenti con disabilità e qualificazione professionale degli autisti.
La norma è entrata in vigore il 10 settembre 2025, ma resta soggetta alla conversione parlamentare, passaggio che in passato ha già comportato modifiche significative.
Un Codice in continua trasformazione
Con questo ulteriore ritocco, il numero complessivo degli interventi sul Codice dei contratti pubblici raggiunge quota sedici in circa due anni e mezzo di applicazione. Una frequenza che non trova giustificazione nella legge delega n. 78/2022, la quale contemplava sì la possibilità di un correttivo entro 24 mesi, ma non un susseguirsi di micro-modifiche disseminate in decreti d’urgenza eterogenei.
Basti pensare all’art. 108 già più volte rivisitato, agli aggiustamenti su affidamenti, subappalto e qualificazione, o agli allegati tecnici modificati di recente: il risultato è un Codice che, anziché rappresentare un quadro stabile e semplificato, si presenta come un testo in continua revisione.
Gli effetti pratici della volatilità normativa
Questa instabilità incide direttamente sugli attori del sistema:
- le stazioni appaltanti devono aggiornare costantemente le proprie procedure, con il rischio di commettere errori formali e sostanziali;
- gli operatori economici si trovano a predisporre offerte in un contesto in cui i criteri di valutazione possono mutare in itinere;
- i professionisti sono costretti a verificare di volta in volta la tenuta normativa di bandi e atti, con inevitabili ricadute su tempi e costi.
Non stupisce, quindi, che la giurisprudenza amministrativa sia stata più volte chiamata a chiarire punti critici, dall’indicazione del CCNL all’equo compenso, dal calcolo dei costi della manodopera al regime del subappalto.
Conclusioni
Sedici modifiche in trenta mesi equivalgono a una media di un intervento ogni sessanta giorni. Un ritmo che mal si concilia con la pretesa di stabilità e certezza che avrebbe dovuto caratterizzare il Codice dei contratti.
Il principio del risultato, indicato all’art. 1 come stella polare del nuovo impianto normativo, rischia così di rimanere inattuato: invece di favorire procedure snelle, tempestive e orientate alla qualità, il sistema è appesantito da continue correzioni e da un quadro regolatorio in costante divenire.
Più che un Codice dei contratti, quello vigente si presenta ormai come un Codice dei correttivi, nel quale ogni urgenza settoriale trova spazio per introdurre nuove modifiche, con effetti di ulteriore incertezza per tutti gli operatori coinvolti.
A cura della Redazione di TuttoGare PA del 17/09/2025

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